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In molti ricordiamo il telefilm Mork e Mindy con uno strano uomo che arriva sulla terra in una navicella spaziale a forma di uovo, ancora di più sono quelli che credo sentano vibrare il cuore alle parole ‘Capitano mio capitano’ de l’Attimo fuggente e i sorrisi per Mrs Doubtfire, un padre che si traveste da governante per stare con i propri figli e tante altre immagini di Robin Williams. Oggi si parla di lui perché pare abbia deciso di scendere dal treno della vita, con un grido di dolore silenzioso e crudele da toglierti e togliersi il fiato.
Eppure a vedere da fuori non mancava nulla per essere felice, famiglia, affetti, successo, denaro … La mano crudele che ha messo fine ai suoi sorrisi, e un po’ anche i nostri, è la solitudine, quel male oscuro che ti divora un pochino ogni giorno e ti toglie movimento, spazio e la vita stessa.

Perchè non tutti trovano la forza in questi momenti di prendere un bel biglietto per la Patagonia, uno di quei viaggi dove ti spogli del tuo antico essere, dove muori per rinascere, dove intraprendi un nuovo cammino perchè ti sembra che quello in corso non valga proprio più la pena.
E come uomo, invece di sentirti dentro la forza del Divino che trasforma ogni istante in un miracolo, senti la pressione dell’Essere che è apparire, giudizio, sterile prestazione in un mondo che non ti vede più.

Nessun giudizio, ma tanta tenerezza per un uomo che aveva fatto dell’ironia la sua vita e forse anche la sua maschera più impenetrabile.
Quanti Robin Williams nelle nostre case, uomini e donne che muoiono perchè non riescono più a sentire l’amore come unica vera forza vitale che sana e salva.
Mi interroga questo viaggio del ‘Capitano mio Capitano’, la storia un po’ possiamo cambiarla noi, ritornando ad ESSERE meravigliose creature che nella compassione e nella condivisione incrociano storie e destini per l’eternità.

Scrive Marlo Morgan “Nascere a mani vuote, morire a mani vuote. Ho contemplato la vita nella sua pienezza a mani vuote” … perchè mani vuote posso abbracciare, accarezzare, accogliere, condividere e tanto altro …

Buon Viaggio Capitano …

Oh! Capitano, mio Capitano, il tremendo viaggio è compiuto,
La nostra nave ha resistito ogni tempesta: abbiamo conseguito il premio desiderato.
Il porto è prossimo; odo le campane, il popolo tutto esulta.
Mentre gli occhi seguono la salda carena,
la nave austera e ardita.
Ma o cuore, cuore, cuore,
O stillanti gocce rosse
Dove sul ponte giace il mio Capitano.
Caduto freddo e morto.
O Capitano, mio Capitano, levati e ascolta le campane.
Levati, per te la bandiera sventola, squilla per te la tromba;
Per te mazzi e corone e nastri; per te le sponde si affollano;
Te acclamano le folle ondeggianti, volgendo i cupidi volti.
Qui Capitano, caro padre,
Questo mio braccio sotto la tua testa;
È un sogno che qui sopra il ponte
Tu giaccia freddo e morto.
Il mio Capitano tace: le sue labbra sono pallide e serrate;
Il mio padre non sente il mio braccio,
Non ha polso, né volontà;
La nave è ancorata sicura e ferma ed il ciclo del viaggio è compiuto.
Dal tremendo viaggio la nave vincitrice arriva col compito esaurito,
Esultino le sponde e suonino le campane!
Ma io con passo dolorante
Passeggio sul ponte, ove giace il mio Capitano caduto freddo e morto.